Genesi 27
La consegna delle chiavi
La consegna delle chiavi
1 - OR avvenne che, essendo già invecchiato Isacco, ed essendo gli occhi suoi scurati, sì che non vedeva, chiamò Esaù suo figliuol maggiore, e gli disse: “Figliuol mio”. Ed egli gli disse: “Eccomi”.
Riflessione: Ogni percorso ha un inizio e una fine. Quando si raggiunge il momento in cui si riconosce che la fine è imminente, si avverte il bisogno di passare il testimone. Non si tratta di concludere qualcosa, ma di cedere il proprio lavoro affinché possa essere continuato e migliorato. Il padre cede e il figlio acquisisce; questo è un passaggio generazionale. Significa riconoscere di non essere più in grado di essere una guida e, di conseguenza, cedere il comando a colui che può guidare la nuova generazione. Se una persona molto autorevole raggiunge un punto nella sua vita in cui non può più operare correttamente, è giusto riconoscerlo e permetterle di vivere i suoi ultimi giorni in tranquillità.
2 - E Isacco disse: “Ecco, ora io sono invecchiato, e non so il giorno della mia morte”.
Riflessione: Ogni cosa alla fine raggiungerà la sua conclusione. Questa consapevolezza ci fa capire quanto sia importante il percorso lavorativo di ogni cosa.
3 - “Deh! prendi ora i tuoi arnesi, il tuo turcasso e il tuo arco; e vattene fuori a' campi, e prendimi qualche cacciagione”;
Riflessione: Prendiamo tutti gli insegnamenti acquisiti finora, studiamoli, in modo da poter garantire in modo autonomo tutto ciò di cui avremo bisogno.
4 - “Ed apparecchiami alcune vivande saporite, quali io le amo, e portamele, chè io ne mangi; acciocchè l'anima mia ti benedica avanti che io muoia”.
Riflessione: Dimostrami che sei in grado di essere autonomo in modo corretto, così che io possa andarmene serenamente.
5 - Or Rebecca stava ad ascoltare, mentre Isacco parlava ad Esaù suo figliuolo. Esaù adunque andò a' campi per prendere qualche cacciagione, e portarla a suo padre.
Riflessione: È facile comprendere l'importanza del nobile passaggio di consegne, ma è molto complesso realizzarlo in modo corretto. L'imprevisto, l'inganno e gli errori in generale sono sempre in agguato. Colui che è al comando ha molto da imparare dalle potenziali persone che potrebbero succedergli. È necessario valutarle e decidere chi è veramente in grado di guidare una comunità. È complesso anche perché non si tratta di un passaggio familiare diretto tra padre e figlio, ma di un passaggio da chi governa a chi dimostra di saper governare. Tutto ciò diventa ancora più complesso se questo passaggio avviene a distanza di migliaia di anni.
6 - E Rebecca parlò a Giacobbe suo figliuolo, e gli disse: “Ecco, io ho udito che tuo padre parlava ad Esaù tuo fratello, dicendo:”
Riflessione: La situazione che si è creata nel Testo dell'Eden, con Dio, Adamo, Eva e il serpente, rappresenta un esempio simile. Riferire o riscrivere qualcosa in modo diverso può essere il principio di un "inganno" fuorviante e può portare a disorientamento e incomprensioni, che a loro volta possono impedirci di comprendere correttamente la situazione. Non dobbiamo credere che tutto ciò che ci viene detto sia una realtà inequivocabile, ma dobbiamo documentarci direttamente noi stessi.
7 - “Portami della cacciagione, ed apparecchiami alcun mangiare saporito, acciocchè io ne mangi; ed io ti benedirò nel cospetto del Signore avanti che io muoia”.
Riflessione: Nel caso del presente testo, leggerlo in modo letterale non ci permette di ottenere la conoscenza che l'autore vuole trasmettere. Portare carne e vino a una tavola imbandita non comporta benedizione, potere divino o salvezza eterna. Ciò che conta veramente è essere in grado di procurarci autonomamente tutto ciò di cui abbiamo bisogno: questa è la vera potenza, la vera benedizione e la vera capacità di guidare.
8 - “Ora dunque, figliuol mio, attendi alla mia voce, in ciò che io ti comando:”
Riflessione: È evidente che una madre guida suo figlio lungo una strada che ritiene favorevole per lui. Ogni madre lo fa, consapevole o inconsapevole delle azioni sbagliate. Chiunque ci ami ci indicherà la strada che ritiene giusta per noi, ma dobbiamo ricordarci che saremo noi a subire le conseguenze se quella strada non è corretta. Non dobbiamo prendere per buono tutto ciò che ci viene detto anche dalle persone a cui vogliamo bene, dobbiamo ascoltarle sempre, ma riflettere con la nostra testa.
9 - “Vattene ora alla greggia, ed arrecami di là due buoni capretti, ed io ne apparecchierò delle vivande saporite a tuo padre, quali egli le ama”;
Riflessione: L'uso della propria conoscenza per scopi sbagliati è assolutamente scorretto e rappresenta malvagità e premeditazione.
10 - “E tu le porterai a tuo padre, acciocchè ne mangi, e ti benedica avanti ch'egli muoia”.
Riflessione: Avere uno spirito competitivo è qualcosa di nobile e estremamente costruttivo. Tuttavia, in questo caso specifico, si rivela essere un inganno.
11 - E Giacobbe disse a Rebecca sua madre: “Ecco, Esaù, mio fratello, è uomo peloso, ed io sono uomo senza peli”.
Riflessione: Questo racconto mette a confronto due persone totalmente diverse, allo scopo di farci comprendere, in modo semplificato, l'origine e l'evoluzione dell'inganno.
12 - “Per avventura mio padre mi tasterà, e sarò da lui reputato un ingannatore; e così mi farò venire addosso maledizione, e non benedizione”.
Riflessione: È evidente che essere non vedenti non implica essere stupidi. L'ingannatore è molto astuto e ci studierà attentamente per conoscerci e capire così come poterci imbrogliare.
13 - Ma sua madre gli disse: “Figliuolo mio, la tua maledizione sia sopra me; attendi pure alla mia voce, e va', ed arrecami que' capretti”.
Riflessione: L'inganno può essere messo in atto da una singola persona o da un gruppo di individui.
14 - Egli adunque andò, e prese quei capretti e gli arrecò a sua madre; e sua madre ne apparecchiò delle vivande saporite, quali il padre di esso le amava.
Riflessione: Attuazione dell'inganno. Non è semplice riconoscere se qualcosa è stata fatta in modo ingannevole, poiché è stata appositamente studiata per trarre in inganno una determinata persona o più individui con un unico intento. Ad esempio, anche il Pentateuco stesso presenta punti ingannevoli concepiti e costruiti appositamente per trarre in inganno coloro che utilizzano il Testo Sacro in modo erroneo.
15 - Poi Rebecca prese i più bei vestimenti di Esaù suo figliuol maggiore, che ella avea appresso di sè in casa, e ne vestì Giacobbe suo figliuol minore.
Riflessione: L'abbigliamento non definisce la persona. L'unico modo che avete per comprendere chi o cosa avete di fronte è quello di studiarlo.
16 - E con le pelli de' capretti coperse le mani di esso, ed il collo ch'era senza peli.
Riflessione: Queste sono azioni banali, poiché ogni cosa costruita in modo ingannevole ha dei punti deboli.
17 - E diede in mano a Giacobbe, suo figliuolo, quelle vivande saporite e quel pane che avea apparecchiato.
Riflessione: Il pane e la bevanda sono pronti per essere offerti a noi. Ci troveremo di fronte a ciò che abbiamo desiderato.
18 - Ed egli venne a suo padre, e gli disse: “Padre mio”. Ed egli disse: “Eccomi; chi sei, figliuol mio?”
Riflessione: Da questo punto in poi, viene messo in atto il piano ingannevole.
19 - E Giacobbe disse a suo padre: “Io sono Esaù, tuo primogenito; io ho fatto come tu mi dicesti; deh! levati, assettati, e mangia della mia cacciagione, acciocchè l'anima tua mi benedica”.
Riflessione: Risposte a domande prevedibili.
20 - E Isacco disse al suo figliuolo: “Come ne hai tu così presto trovato, figliuol mio?” Ed egli rispose: “Perciocchè il Signore Iddio tuo me ne ha fatto scontrare”.
Riflessione: Risposta meschina, derivata da un uso improprio del Pentateuco.
21 - E Isacco disse a Giacobbe: “Deh! appressati, figliuol mio, che io ti tasti, per saper se tu sei pure il mio figliuolo Esaù, o no”.
Riflessione: È evidente che Isacco non crede in alcun potere divino, e neanche noi dobbiamo farlo.
22 - Giacobbe adunque si appressò ad Isacco, suo padre; e come egli l'ebbe tastato, disse: “Cotesta voce è la voce di Giacobbe, ma queste mani sono le mani di Esaù.
Riflessione: Qui è normale che sorridiate, poiché è ovvio che Isacco ha compreso l'inganno di Giacobbe.
23 - E non riconobbe; perciocchè le sue mani erano pelose, come le mani di Esaù suo fratello; e lo benedisse.
Riflessione: Colpo di scena! Isacco non ha capito di essere stato ingannato. L'Autore ci sta spiegando qualcosa di molto importante, ossia che nella vita quotidiana di un essere umano, se gli viene presentato qualcosa di reale e qualcosa di fantastico, tenderà a scegliere, memorizzare e conservare ciò che è fantastico. Guardando dall'esterno e in maniera oggettiva, è ovvio che scegliereste ciò che è reale, ma quando si vive in prima persona, la scelta sarà diversa.
24 - E disse: “Sei tu pur desso, figliuol mio Esaù?” Ed egli disse: “Sì, io son desso”.
Riflessione: Liturgia ingannevole.
25 - Ed egli disse: “Recami della cacciagione del mio figliuolo, acciocchè io ne mangi, e che l'anima mia ti benedica”. E Giacobbe gliela recò, e Isacco mangiò. Giacobbe ancora gli recò del vino, ed egli bevve.
Riflessione: Liturgia manipolativa.
26 - Poi Isacco suo padre gli disse: Deh! Appressati, e baciami, figliuol mio.
Riflessione: Liturgia manipolativa.
27 - Ed egli si appressò, e lo baciò. Ed Isacco odorò l'odor dei vestimenti di esso, e lo benedì, e disse: “Ecco l'odor del mio figliuolo, simile all'odore di un campo che il Signore ha benedetto”.
Riflessione: Liturgia manipolativa.
28 - “Iddio adunque ti dia della rugiada del cielo, E delle grassezze della terra, ed abbondanza di frumento e di mosto”.
Riflessione: Liturgia manipolativa.
29 - “Ti servano i popoli, ed inchininsi a te le nazioni; Sii padrone de' tuoi fratelli, Ed inchininsi a te i figliuoli di tua madre; Sieno maledetti coloro che ti malediranno, E benedetti coloro che ti benediranno.
Riflessione: Liturgia manipolativa.
30 - E come Isacco ebbe finito di benedire Giacobbe, ed essendo appena Giacobbe uscito d'appresso ad Isacco suo padre, Esaù, suo fratello, giunse dalla sua caccia.
Riflessione: Dopo aver lavorato e studiato, diventeremo persone complete.
31 - Ed apparecchiò anch'egli delle vivande saporite, e le recò a suo padre, e gli disse: “Levisi mio padre, e mangi della cacciagione del suo figliuolo; acciocchè l'anima tua mi benedica”.
Riflessione: Sarai soddisfatto del lavoro svolto e pronto a pubblicarlo.
32 - E Isacco suo padre gli disse: “Chi sei tu?” Ed egli disse: “Io sono Esaù, tuo figliuolo primogenito.
Riflessione: Le persone chiederanno quale sia il nostro titolo, ma non presteranno ascolto alle nostre azioni.
33 - E Isacco sbigottì di un grandissimo sbigottimento, e disse: “Or chi è colui che prese della cacciagione, e me la recò; talchè, avanti che tu fossi venuto, io mangiai di tutto ciò ch'egli mi presentò, e lo benedissi? ed anche sarà benedetto”.
Riflessione: Il popolo non riconoscerà la tua importanza e ti sentirai frustrato.
34 - Quando Esaù ebbe intese le parole di suo padre, fece un grande ed amarissimo gridare: poi disse a suo padre: “Benedici me ancora, padre mio”.
Riflessione: Non sarai più lucido e non sarai in grado di agire correttamente.
35 - Ed egli gli disse: “Il tuo fratello è venuto con inganno, ed ha tolta la tua benedizione.
Riflessione: L'ostacolo che abbiamo di fronte sarà imponente.
36 - Ed Esaù disse: “Non fu egli pur nominato Giacobbe? egli mi ha frodato già due volte; egli mi tolse già la mia primogenitura; ed, ecco, ora mi ha tolta la mia benedizione”. Poi disse a suo padre: “Non mi hai tu riserbata alcuna benedizione?”
Riflessione: L'ira ti accecherà, ma non dovrai perdere il controllo.
37 - E Isacco rispose, e disse ad Esaù: “Ecco, io l'ho costituito tuo padrone, e gli ho dati tutti i suoi fratelli per servi; e l'ho fornito di frumento e di mosto; ora dunque, che ti farei io, figliuol mio?”
Riflessione: I nostri nemici prenderanno il sopravvento.
38 - Ed Esaù disse a suo padre: “Hai tu una sola benedizione, padre mio? benedici ancora me, padre mio. E alzò la voce, e pianse”.
Riflessione: Ci sentiremo abbattuti e distrutti nel profondo.
39 - E Isacco suo padre rispose, e gli disse: “Ecco la tua stanza sarà in luoghi grassi di terreno, E per la rugiada del cielo disopra”;
Riflessione: Rialziamoci, perché nulla è perduto.
40 - “E tu viverai con la tua spada, e servirai al tuo fratello; Ma egli avverrà che, dopo che tu avrai gemuto, tu spezzerai il suo giogo d'in sul tuo collo.
Riflessione: Tu sei te stesso, ciò che i nostri oppressori non sanno essere, e saprai come combattere.
41 - Ed Esaù prese ad odiar Giacobbe, per cagion della benedizione, con la quale suo padre l'avea benedetto; e disse nel suo cuore: “I giorni del duolo di mio padre si avvicinano; allora io ucciderò Giacobbe mio fratello”.
Riflessione:
42 - E le parole di Esaù, suo figliuol maggiore, furono rapportate a Rebecca; ed ella mandò a chiamar Giacobbe suo figliuol minore, e gli disse: “Ecco, Esaù tuo fratello si consola intorno a te, ch'egli ti ucciderà”.
Riflessione:
43 - “Ora dunque, figliuol mio, attendi alla mia voce; levati, fuggitene in Charan, a Labano, mio fratello”;
Riflessione:
44 - “E dimora con lui alquanto tempo, finchè l'ira del tuo fratello sia racquetata”;
Riflessione:
45 - “Finchè il cruccio del tuo fratello sia racquetato inverso te, e ch'egli abbia dimenticato ciò che tu gli hai fatto; e allora io manderò a farti tornar di là; perchè sarei io orbata di amendue voi in uno stesso giorno?”
Riflessione:
46 - E Rebecca disse ad Isacco: “La vita mi è noiosa per cagion di queste Hittee; se Giacobbe prende moglie delle figliuole degli Hittei, quali son queste che sono delle donne di questo paese, che mi giova il vivere?”
Riflessione: